Siamo a Novembre del 1949 e Carlo Fabbri, per passione ed amore verso il ciclismo, decide, abitando in via del Ravone, di fondare la “Ravonese” e, per questo, coinvolge un gruppo di giovani (giovani di allora) in casa di mamma Mafalda Borghi: per primo il fratello Antonio, indimenticato Presidente per tantissimi anni, e poi i fratelli Giuliani, i fratelli Regazzi, i fratelli Sgarzi, i fratelli Gambari, i fratelli Simoncini, il Comm. Attilio Monti, gli amici Pruni, Bergamaschi, Gruppioni, Palmieri e altri appassionati.

Questi giovani di allora furono i veri propulsori del Gruppo Sportivo Ravonese Bologna.

Quando partirono informarono tutti gli abitanti della Valle del Ravone (da cui ha preso il nome la Società), informarono “tutti” perché sentivano, e avevano, la necessità di un appoggio morale, ma anche di un sostegno di tipo economico.

Tutti, nessuno escluso, di coloro che furono allora coinvolti, diedero una mano, un contributo, un consiglio; ed il “gruppo” fondatore del G.S. Ravonese, guidato da Carlo, seppe far tesoro di quanto gli fu messo a disposizione e tanto è valso a portarci lontano, così da giungere ai giorni nostri e, davvero, stentiamo a credere che siano passati tanti anni così velocemente.

Talvolta parlandone fra noi, e proseguendo nel solco da loro tracciato, con slancio e con ancora tanta passione, ci guardiamo in faccia e, avendoli conosciuti, perché i più non sono tra noi, sembra vicino il tempo in cui, pieni di entusiasmo, noi pure aderimmo a questa “realtà” sportiva avviata e proseguita a Bologna .

Nel commentare questi ricordi notiamo intorno a noi altri volti, e la nostra memoria altri ancora ne ricorda, volti di coloro che, non essendo stati i fondatori all’epoca, furono e sono grandi collaboratori di questo G.S Ravonese.

Potremmo fare dei nomi ma, per una sorta di pudore, decidiamo che è ancora presto e, se i primi furono i promotori, gli altri ne son stati e ne sono i prosecutori, portando sempre più in alto il G.S. RAVONESE.

Lungo il cammino abbiamo scritto pagine sportive gloriose, di “lotte”, di contese e sì… anche di tanti successi, molti dei quali ancora vivi nella memoria di tutti gli sportivi, e soprattutto di coloro che hanno la fortuna di parlarne e di “riviverli”.

Noi abbiamo ancora questa fortuna e, mentre ripercorriamo queste pagine incancellabili, non possiamo fare a meno di volgere il nostro pensiero, una volta di più, a coloro che, soci, atleti e sportivi, oggi non sono più con noi, ma che certamente avrebbero gioito e si sarebbero rallegrati insieme a noi anche perché, su questa continuità, almeno un po’, gran parte di loro ci contavano.